Ultratrail: l’importanza della differenziazione degli sport durante la preparazione – Parte 2/5

LA SCELTA INIZIALE: UN OBIETTIVO CONSAPEVOLE

Ogni cammino inizia con il primo passo e nel caso di un’ultratrail questo coincide con la scelta di un obiettivo realistico che non rischi di stravolgere la nostra quotidianità e che ci permetta non solo di correre, ma anche di dedicare tempo alle attività complementari necessarie a prevenire il più possibile il rischio di infortuni. Lunghezza, dislivello, tecnicità dei sentieri, quota media e massima della competizione sono caratteristiche da analizzare per capire in modo realistico l’impegno sportivo che ci sarà richiesto, che per una gara di lunga distanza è di molte ore settimanali.

È molto importante inoltre comprendere il livello di preparazione di base del nostro corpo. Se abbiamo iniziato a correre da pochi mesi è un azzardo pensare di poter partecipare subito ad un’ultratrail. I tessuti del nostro sistema muscolo-scheletrico, infatti, necessitano di tempo per adattarsi a carichi prolungati. Il tempo di reazione al carico del tessuto muscolare è di 3 settimane (quindi sono necessarie tre settimane di allenamento continuativo per notare le prime modifiche a livello strutturale), quello delle ossa è di un anno, quello dei tendini di 1-2 anni. I legamenti si adattano dopo più di 2 anni di allenamento, le cartilagini dopo 3-5 anni.

Normalmente i tessuti che si adattano più lentamente sono anche quelli che necessitano di maggiore tempo per recuperare dopo una problematica di sovraccarico (un muscolo sottoposto a un carico eccessivo recupera più velocemente rispetto ad un tendine). Questo ci fa capire perché le tendinopatie e le problematiche cartilaginee siano particolarmente frequenti nelle persone che iniziano a correre e che aumentano troppo velocemente i carichi di lavoro; chi ne ha sofferto sa inoltre che queste problematiche possono durare anche parecchi mesi.

La credenza che una gara di lunga distanza si prepari in alcuni mesi viene supportata in modo fuorviante dalle numerose tabelle che chiunque può trovare online e utilizzare. Queste non tengono conto della condizione di partenza del runner, del suo stile di vita e del tempo che ha a disposizione. Spesso vedo persone che non hanno mai fatto attività fisica e che iniziano a correre 40-50km a settimana con l’obiettivo di fare una gara di altrettanti km dopo 6 mesi, con in mano tabelle che promettono tempi di arrivo miracolosi con soli 4 mesi di preparazione.

A chi mi chiede in quanto tempo ho preparato la mia prima 100km rispondo – 10 anni – perché è il tempo trascorso da quando ho iniziato a correre. Una provocazione ovviamente, ma utile a ripensare le tempistiche di avvicinamento alle gare di lunga distanza.